LA RASSEGNA CHIUDE CON AUTORI ED EDITORI UCRAINI. SIGILLO DELLA CITTA’ ALL’AMBASCIATORE VATICANO YURASH

Si è conclusa ufficialmente domenica 8 ottobre la XVII edizione della rassegna di incontri con l’editoria religiosa “Ascoltare, Leggere, Crescere”. L’ultimo appuntamento si è tenuto all’ex Convento San Francesco di Pordenone, una tavola rotonda sul tema “Libertà di stampa e religione nei paesi dell’Est. Il ruolo della comunità ucraina”.

L’evento conclusivo della kermesse si è aperto con l’inno ucraino intonato da un coro di sole voci femminile “Non è ancora morta l’Ucraina”, presenti tutti in piedi, mani al petto per gli ucraini in sala molto commossi. A seguire l’Assessore Giuseppe Verdicchizzi in rappresentanza del Sindaco Alessandro Ciriani e dell’amministrazione civica ha consegnato a S.E. sig. Andrii Yurash, Ambasciatore di Ucraina presso la Santa Sede il Sigillo della Città di Pordenone «per il delicato lavoro di raccordo che svolge in qualità di portavoce dello Stato Vaticano presso la Santa Sede, con l’augurio di poter presto riveder splendere la pace sulla terre martoriate una un’evitabile guerra», come si può leggere sulla pergamena.

Quindi è stata la volta della tavola rotonda che ha visto coinvolti oltre al diplomatico ucraino in Vaticano, anche Taras Dzyubanskyy, docente di teologia e autore di libri storici e religiosi, Ihor Stepurin, vice-presidente dell’associazione degli editori e distributori di libri ucraini, insieme al professor Giovanni Maria Vian, editorialista di Domani e direttore emerito de L’Osservatore Romano. A coordinare è stato Cesare La Mantia, Professore Associato di Storia dell’Europa Orientale e Storia della Politica Estera Russa Contemporanea, all’Università di Trieste.

Nel suo intervento l’Ambasciatore Yurash ha voluto rimarcare come il conflitto russo-ucraino, non duri da “soli” 18 mesi, ovvero non sia iniziato con la crisi del febbraio 2022, ma sia una vicenda ininterrotta che si perpetua da secoli, che ha visto i russi, da Pietro il Grande a Caterina II, strenuamente continuare a soffocare nel sangue i tentativi di autodeterminazione e indipendenza degli ucraini. Yurash ha voluto sottolineare come la guerra all’ucraina nasca dal rifiuto da parte della Russia – a differenza degli altri paesi europei – a rinunciare al proprio passato imperialista per continuare a coltivare il sogno di ricostituire una Grande Russia. Per precisare infine: «Se la Russia smette di fare la guerra, cessa di esistere nel suo stato attuale. Se l’Ucraina smette di combattere, cessa di esistere e basta, scompare». Dacché la necessità di continuare a difendersi pur auspicando la pace per il proprio popolo martoriato.

Teologo impegnato nel dialogo ecumenico interreligioso, Taras Dzyubanskyy ha voluto condividere con l’uditorio un ricordo giovanile, la memoria di come la propria nonna – ancora prima della Caduta del Muro e dell’indipendenza ucraina del 1991 – fosse usa copiare nottetempo alla sola luce delle candele le Sacre Scritture, a mano, su fogli, come molti altri ucraini allora del resto, unico modo per poter preservare la fede.

Ihor Stepurin, fondatore e presidente di The Library Country Charitable Foundation, nel corso del suo intervento ha stilato il triste elenco di luoghi di culto e di cultura che gli ucraini hanno via via visto soccombere sotto i colpi russi come nel caso della Cattedrale della Trasfigurazione di Odessa. Sono invece oltre 200 le biblioteche andate distrutte in Ucraina dall’inizio della guerra – tra cui la biblioteca di Chernihiv, «dedicata ai giovani» – mentre 400 sono state danneggiate dagli scontri insieme a musei, sedi universitarie, teatri. Le perdite del patrimonio bibliotecario ucraino ammontano invece a quasi di 200 milioni di volumi. Senza dimenticare le perdite umane di autori scomparsi durante il conflitto come nel caso del poeta e scrittore di fiabe per bambini Volodymyr Vakulenko, padre single di un bimbo disabile, sequestrato, assassinato e gettato in una fossa comune «solo perché ucraino».